Confartigianato: la crisi è pesante ma i prossimi mesi fanno sperare

di RENATO D’ARGENIO UDINE. Nel primo semestre 2009, i 15 mila artigiani del Friuli hanno fatturato circa 200 milioni in meno, il 13,3% rispetto allo stesso periodo del 2008. A fine anno i posti di lavoro persi saranno circa 600. Numeri che confermano come la crisi sia ancora pesante, ma stavolta a confortare sono le previsioni: decisamente migliori rispetto agli ultimi dodici mesi. E’ quanto emerge dalla settim aindagine congiunturale dell’artigianato in provincia di Udine. Un’analisi – presentata dal presidente di Confartigianato Udine Carlo Faleschini, dal direttore Gian Luca Gortani, dal responsabile dell’Ufficio studi Nicola Serio, alla presenza del Magnifico Rettore dell’Università di Udine Cristiana Compagno – che pone il comprato fra «Fra recessione e depressione». I dati sono il frutto di interviste a 615 imprese svolte nella prima decade di luglio, rappresentative delle quasi 15 mila imprese attive in provincia di Udine. Ma se il giudizio tutto negativo riguarda i primi 6 mesi dell’anno, qualche spiraglio si intravvede per il secondo semestre. Sarà forse perché le aspettative erano molto negative – si ipotizzavano crolli del fatturato di almeno il 30% mentre nella realtà si sono attestati sul meno 13,3% – fatto sta che sono emersi segnali di speranza per la seconda metà dell’anno. «Non si parla di ripresa – spiega Serio –, ma di una stabilizzazione con un leggero miglioramento della situazione. Quindi, il tempo è ancora pessimo, ma all’orizzonte si intravvedono segnali non di una svolta verso il bel tempo, ma almeno di una possibile attenuazione dei fenomeni». Crisi ancora lunga, quindi? Faleschini non si sbilancia, anzi afferma di non «voler proprio perdere il tempo suo e di Confartigianato su quanto durerà la crisi, quanto sulle cose che si possono fare oggi per mettere le imprese artigiane nella condizione di essere pronte al momento della ripresa, che prima o poi verrà». E Confartigianato Udine non è stata con le mani in mano: ha dato vita, nei 27 uffici della provincia di Udine – di vere e proprie task force che intervengono a sostenere le imprese in difficoltà con analisi, ricerche «al fine di individuare la medicina giusta», una medicina che serve nell’immediato per superare il momento più difficile (sostegno al credito, consulenze finanziarie anche attraverso il CONFIDIMPRESEFVG) ma anche in prospettiva (formazione, innovazione, ricerca di processi e di prodotti». Nel frattempo? «Resistere, resistere, che le crisi finiscono». Certo è, però, che sarebbe di grande aiuto – ha evidenziato Faleschini - se la Regione accorciasse i tempi delle sue risposte, prevedesse più risorse per i CONFIDI, e avviasse una vera politica economica per le piccole imprese artigiane. «Per esempio – ha aggiunto il direttore Gian Luca Gortani – la ripresa potrebbe essere più sensibile se la Regione accelerasse i tempi di emanazione dei bandi comunitari rifinanziando cosi la legge per l’innovazione, ma stiamo ancora attendendo dei segnali». Ma che dicono le imprese? Quali sono le maggiori criticità. La prima (era la 4ª l’anno scorso) il ritardo dei pagamenti; quindi la carenz adi domanda e la concorrenza sleale intesa sia come prezzi esteri decisamente più bassi (vedi autotrasporto) sia lavoro nero. C’è poi il problema dei rapporti con le banche: un artigiano su 5 del manifatturiero dichiara una diminuzione da parte delle banche dei fidi e dei finanziamenti (erano 1 su 10 il semestre scorso) e sempre 1 artigiano su 5 dichiara cancellazioni di ordini e 1 su 3 non è riuscito a incassare crediti.
MESSAGGERO VENETO 29/07/2009